Con la fine del 2020 si parla molto del nuovo regolamento europeo di EASA che va a sostituire l’attuale regolamento nazionale relativo a norme e procedure per l’esercizio degli aeromobili senza equipaggio. La gestione dello spazio aereo sarà sempre gestita dall’ente nazionale, nel caso dell’Italia è di competenza ENAC.
Il nuovo regolamento è strutturato, in questo breve articolo cerco di fare un minimo di chiarezza per i piloti e gli hobbisti di aeromodelli andando ad analizzare principalmente la categoria OPEN – definita a basso rischio -, indicherò qualche breve appunto per la categoria SPECIFIC (a medio rischio) e non mi occuperò della categoria CERTIFIED (ad alto rischio).
Il regolamento EASA prevede tre macro categorie:
OPEN (basso rischio)
SPECIFIC (medio rischio)
CERTIFIED (alto rischio)
La categoria OPEN comprende le sottocategorie: A1, A2 e A3.
Nella categoria OPEN è consentito il volo in VLOS (Visual Line Of Sight), la quota massima dal terreno è di 120m, bisogna mantenere il drone a vista e l’FPV (First Person View) è consentito solo con osservatore del drone a fianco del pilota. Per tutte le sottocategorie A1, A2 e A3 rispondenti alla macrocategoria OPEN è sempre vietato il volo sopra gli assembramenti di persone.
La macrocategoria A1 comprende:
– gli APR (droni) con massa complessiva inferiore ai 250 grammi che rientrano nella sottocategoria C0;
– gli APR con massa inferiore a 900 grammi che rientrano nella sottocategoria C1;
La macrocategoria A2:
– gli APR con massa inferiore a 4 Kg che rientrano nella sottocategoria C2;
La macrocategoria A3:
– gli APR con masssa inferiore a 25 Kg che rientrano nelle sottocategorie C3 e C4.
Ogni sottocategoria compresa tra C0 e C4 corrisponderanno nuovi droni, al momento non presenti sul mercato che verranno venduti con marchiatura CE indicando a quale categoria appartengono. Ad esempio la marchiatura “C0” andrà ad indicare un drone che è conforme alla categoria: OPEN A1 C0.
La categoria C0 consente di sorvolare sulle persone – anche se non informate – ma mai sugli assembramenti di persone, permette di volare di giorno e di notte anche in centri urbani, non necessità di brevetto da parte del pilota ma si è obbligati a sottostare alle regole dell’aria che in Italia vengono regolamentate da ENAC. Gli spazi aerei sono consultabili tramite il sito D-Flight che necessita di registrazione (gratuita).
La categoria C1 permette di volare sopra le persone a condizione che esse siano informate (vietato volo su assembramenti di persone) e necessita di brevetto da parte del pilota.
La sottocategoria A2 – C2 permette di volare ad una distanza di 30 metri dalle persone e di avvicinarsi a 5 metri qualora siano attivati i sistemi di low speed (limitata a 3m/s). E’ consentito il volo in ambiente urbano di giorno e di notte.
La sottocategoria A3 – C3 oltre a comprendere futuri droni con questa marchiatura, vedrà dal 2023 comprendere tutti i droni oggi giorno presenti sul mercato (ad esempio DJI Mavic 1 , Mavic 2, tutti i Phantom, tutti i Parrot, tutti gli Skydio o gli Autel, tutti gli Inspire, Matrice, gli autocostruiti – sopra i 250 grammi- e via di seguito) compresi quelli ad uso aeromodellistico. E’ consentito il volo a 150 metri da zone residenziali. Da gennaio 2021 appartengono a questa categoria tutti i droni presenti sul mercato con MTOM superiore a 500 grammi (o che sviluppano un’energia all’impatto inferiore agli 80 Joule).
Riassumendo le sottocategorie: C0 – C1 -C2 -C3 – C4
C0:
L’APR deve avere un MTOM inferiore a 250 g (compreso il carico utile).
Avere una velocità massima di volo non superiore a 19 m/s (equivalente a 68,4 Km/h).
Avere un’altezza massima raggiungibile sopra il punto di decollo limitata a 120 m.
Poter essere controllato in modo sicuro sia per la stabilità che manovrabilità.
Essere corredati di manuale di istruzioni e nota informativa dell’EASA.
C1:
L’APR deve avere un MTOM inferiore a 900 g (compreso il carico utile) o in caso di impatto, avere un’energia cinetica inferiore a 80 J.
Avere una velocità massima di volo non superiore a 19 m/s (equivalente a 68,4 Km/h).
Avere un’altezza massima raggiungibile sopra il punto di decollo limitata a 120 m o avere un sistema che la limiti a 120 m.
Poter essere controllato in modo sicuro sia per la stabilità che manovrabilità.
Avere un sistema d’identificazione remota.
Essere dotato di luci in grado di garantire la controllabilità e la visibilità notturna.
Essere corredati di manuale di istruzioni e nota informativa dell’EASA.
C2:
L’APR deve avere un MTOM inferiore a 4 Kg (compreso il carico utile).
Avere un’altezza massima raggiungibile sopra il punto di decollo limitata a 120 m o avere un sistema che la limiti a 120 m.
Poter essere controllato in modo sicuro sia per la stabilità che manovrabilità.
Avere un sistema d’identificazione remota.
ssere dotato di luci in grado di garantire la controllabilità e la visibilità notturna.
Essere corredati di manuale di istruzioni e nota informativa dell’EASA.
C3:
L’APR deve avere un MTOM inferiore a 25 Kg (compreso il carico utile) e una dimensione non superiore a 3 metri.
Avere un’altezza massima raggiungibile sopra il punto di decollo limitata a 120 m o avere un sistema che la limiti a 120 m.
Poter essere controllato in modo sicuro sia per la stabilità che manovrabilità.
Avere un sistema d’identificazione remota.
Essere dotato di luci in grado di garantire la controllabilità e la visibilità notturna.
Essere corredati di manuale di istruzioni e nota informativa dell’EASA.
C4:
L’APR deve avere un MTOM inferiore a 25 Kg (compreso il carico utile).
Poter essere controllato in modo sicuro sia per la stabilità che manovrabilità.
Non avere modalità di controllo automatiche tranne che per l’assistenza alla stabilizzazione del volo e per l’assistenza in caso di perdita del datalink.
Essere corredati di manuale di istruzioni e nota informativa dell’EASA.
Fonte: EASA (https://www.easa.europa.eu/faq/116452)
Gli unici APR che potranno godere dal 2023 della medesima classe in cui oggi appartengono sono quelli con massa inferiore a 250grammi, oggi rientrano in quella categoria e ci rimangono.
Nel periodo che va dal 1 gennaio 2020 a 31 dicembre 2022, nella sottocategoria A2-C2 sono considerati i droni senza marcatura CE quelli con massa inferiore a 500grammi (anziché 4kg come per quelli con marchiatura CE).
Gli altri droni, ad esempio DJI Mavic 2 Air, Mavic 2 o Inspire verranno considerati appartenenti alla categoria A3-C3.
Tutti gli APR non conformi al regolamento UE 2019/945 e che non sono costruiti da privati, possono essere ancora utilizzati nella categoria “OPEN” e nelle sottocategorie:
– A1, se l’APR ha una massa massima al decollo inferiore a 250 g, compreso il carico utile.
– A3, se l’APR ha una massa massima al decollo inferiore a 25 Kg, compreso il carico utile.
Riassumendo, nella fase transitoria (31.12.2020 – 31.12.2022) abbiamo queste categorie:
Sottocategoria A1: APR con MTOM < 500 g.
Sottocategoria A2: APR con MTOM < 2 Kg
Sottocategoria A3: APR con MTOM > 2 Kg e < 25
E’ obbligatorio per i piloti verificare tramite il sito D-Flight accedendo con registrazione gratuita) le zone in cui si vuole volare. Per gli operatori è obbligatorio, oltre alla registrazione come operatore, registrare sul sito D-Flight gli APR, apporre su ognuno di essi il proprio numero di riconoscimento EASA (indicato sul sito) ed essere in possesso di regolare certificato si assicurazione (quest’ultima è obbligatoria anche per coloro che utilizzano gli APR per hobby).
Categoria SPECIFIC (medio rischio)
All’interno della categoria “Specific” è possibile effettuare operazioni più complesse rispetto a quanto consentito nella categoria “Open”.
Basandosi sull’analisi del rischio, ENAV indica 4 modalità:
Per la categoria CERTIFIED (alto rischio) non sono previste utilizzi consoni all’argomento trattato, ENAV prevede requisiti confrontabili con quelli per l’aviazione tradizionale con pilota a bordo ad esempio il trasporto di persone o merci.
Per eventuali chiarimenti si rimanda alla normativa: